Pubblicazioni – Osservatorio Coesione Sociale https://osservatoriocoesionesociale.eu Sito Osservatorio Coesione Sociale Wed, 10 Apr 2024 14:51:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.3.18 Il congedo di paternità in Spagna: un passo verso il modello dual earner/ dual carer? https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/il-congedo-di-paternita-in-spagna-un-passo-verso-il-modello-dual-earner-dual-carer/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/il-congedo-di-paternita-in-spagna-un-passo-verso-il-modello-dual-earner-dual-carer/#respond Wed, 10 Apr 2024 14:32:41 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=8541 SOCIAL COHESION PAPER n.2 – Aprile 2024 – Di Alice Biscuola, Università degli Studi di Milano

Il Quaderno si concentra sulle politiche di conciliazione tra vita personale e lavorativa, con particolare attenzione all’impatto sulle disuguaglianze di genere, muovendosi su due piani. Da un lato, mira ad analizzare le politiche di conciliazione in una prospettiva degenderizzante, cioè valutando se (e quanto) esse contribuiscano a decostruire i ruoli di genere, o se al contrario non riescano a sollevare le madri dal ruolo di prime responsabili degli obblighi famigliari. Dall’altro, il lavoro approfondisce le dinamiche politiche che plasmano lo sviluppo di tali misure di conciliazione.

Per anni, infatti, il disegno delle politiche di conciliazione ha avuto come effetto la riproduzione del modello patriarcale di divisione del lavoro, che impone alle donne la cura dei figli e delle figlie, e agli uomini il ruolo di procacciatori di reddito per il nucleo famigliare. Più recentemente, a partire dai paesi nord europei e successivamente nel resto del Vecchio Continente, il discorso pubblico sulla conciliazione sembra aver assunto una connotazione più egalitaria.

Questo possibile cambio di paradigma verrà analizzato con specifico riferimento all’evoluzione del congedo di paternità negli ultimi due decenni in Spagna, un paese che fino a tempi recenti ha presentato i tratti tipici del modello di welfare sud Europeo, tra cui il sottosviluppo di servizi sociali e misure di assistenza sociale e, soprattutto, un marcato “familismo di default” – cioè un debole investimento pubblico nel settore della conciliazione, per cui i relativi bisogni rimangono a carico delle famiglie quali erogatrici di welfare.

 

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Stima del fabbisogno e della spesa Long-Term Care in Italia: valutazioni ex-ante di una proposta di riforma https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/stima-del-fabbisogno-e-della-spesa-long-term-care-in-italia-valutazioni-ex-ante-di-una-proposta-di-riforma/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/stima-del-fabbisogno-e-della-spesa-long-term-care-in-italia-valutazioni-ex-ante-di-una-proposta-di-riforma/#respond Tue, 02 Apr 2024 13:51:04 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=8510 SOCIAL COHESION PAPER n.1 – Marzo 2024 – Di Report preparato dal Gruppo di Ricerca composto da Costanzo Ranci, Francesca Audino, Carlo Mazzaferro e Marcello Morciano

La legge 23 marzo 2023, n. 33 “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane” ha introdotto il Sistema Nazionale Anziani non Autosufficienti (SNAA), che programma e monitora in modo integrato l’insieme dei servizi e degli interventi a favore di questa tipologia di soggetti. L’uso delle risorse pubbliche per la non autosufficienza sarà programmato congiuntamente dai soggetti responsabili a ogni livello di governo: Stato, Regioni e territori. A livello centrale, il CIPA (Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana) definisce gli indirizzi generali dello SNAA. Il DDL riforma le procedure per le valutazioni delle condizioni degli anziani, che diventano due: una di responsabilità statale, che assorbe le diverse procedure oggi esistenti a livello nazionale, e l’altra di competenza delle Regioni, che rimane invariata. La valutazione nazionale verrà realizzata con un nuovo e moderno strumento, finalizzato a misurare adeguatamente l’aspetto multidimensionale della non autosufficienza e a cogliere in maniera più completa le esigenze dei soggetti interessati.

Considerando gli interventi destinati ad anziani e famiglie, il DDL prevede
Servizi domiciliari: si introduce l’ADISS (Assistenza domiciliare integrata sociosanitaria), con risposte unitarie – attraverso l’integrazione dei servizi di Asl e Comuni – e interventi di durata e intensità commisurate alle esigenze dell’anziano che venga a trovarsi in una condizione di NA.
Prestazione universale per la non autosufficienza: in alternativa all’attuale indennità di accompagnamento, il DDL prevede un trasferimento graduato in base al fabbisogno assistenziale dell’anziano e la possibilità di scelta tra il contributo monetario senza vincoli d’uso e la fruizione di servizi alla persona (badanti regolari o soggetti organizzati), in quest’ultimo caso ricevendo un importo superiore.
Servizi residenziali: si prevede una riqualificazione della dotazione di personale commisurata alle esigenze delle persone in carico, e sostegni alla diffusione di ambienti di qualità, amichevoli, familiari e sicuri, organizzati per garantire le normali relazioni di vita.
Caregiver familiari: è previsto un articolato insieme di azioni, tra cui: considerazione delle loro condizioni nei vari momenti valutativi, revisione delle tutele previdenziali, assicurative e degli strumenti per l’inserimento lavorativo e promozione di forme integrate di sostegno.

Il presente rapporto intende contribuire all’analisi e discussione sulla riforma del sistema italiano di long-term care (LTC) attraverso una stima della spesa necessaria a finanziare la nuova Prestazione Universale per la Non Autosufficienza, prevista dall’articolo 4 della legge 33/2023. Il rapporto è articolato nelle seguenti parti. La prima parte contiene una presentazione generale della riforma LTC prevista dalla legge n.33/2023, discute e analizza i contenuti specifici della Prestazione Universale e fornisce una stima sintetica della spesa necessaria alla sua implementazione. Le parti successive presentano le relazioni tecniche. La seconda parte presenta una stima dell’entità e articolazione del fabbisogno assistenziale a cui la Prestazione Universale dovrebbe rispondere, effettuata sulla base di una Scala NA che viene presentata e confrontata con altre misurazioni disponibili. La terza parte illustra nel dettaglio i contenuti della stima presentata nella prima parte.

 

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Il trilemma dei sindacati https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/il-trilemma-dei-sindacati/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/il-trilemma-dei-sindacati/#respond Tue, 26 Sep 2023 14:42:52 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=8359 Prospettive e ostacoli per una transizione giusta a Taranto
di Luca Novelli, Matteo Mandelli, Matteo Jessoula

Taranto, città perfetta per Pier Paolo Pasolini, è lo specchio delle conseguenze socio-ambientali del modello di sviluppo industriale. Nella città ionica, definita zona di sacrificio dall’ONU, si coagulano i costi sociali e ambientali di produzioni (siderurgico, petrolchimico) estremamente profittevoli e al contempo inquinanti e dannose per la salute umana e, più in generale, per la biosfera.

In questo contesto, si è innestata una stagione – lunga ormai più di 10 anni – di conflitti sociali e vertenze, con al centro il destino dell’ex-ILVA, la più grande acciaieria d’Europa.

Come si sono mossi in sindacati?

Quali sono le loro priorità e le principali sfide che si trovano ad affrontare? 

In questo working paper, frutto della collaborazione tra Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e l’Osservatorio per la Coesione Sociale (OCIS), si indaga, attraverso la lente dell’eco-social-growth trilemma, il modo in cui il lavoro organizzato ha affrontato l’ormai noto “caso Taranto”.

Questo volume è frutto del lavoro di ricerca coordinato da Matteo Jessoula presso OCIS, in collaborazione con l’Osservatorio Sostenibilità e Nuove economie, coordinato da Federico Magrin.

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Il trilemma dei sindacati – Fondazione G. Feltrinelli

 

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Una questione politica (e di relazioni industriali): il salario minimo in Italia e in Europa https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/una-questione-politica-e-di-relazioni-industriali-il-salario-minimo-in-italia-e-in-europa/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/una-questione-politica-e-di-relazioni-industriali-il-salario-minimo-in-italia-e-in-europa/#respond Fri, 17 Feb 2023 15:37:32 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=8084 SOCIAL COHESION PAPER n.1 – Febbraio 2023 – A cura di Matteo Jessoula, Università degli Studi di Milano
Se le probabilità di introdurre una retribuzione minima fissata per legge a livello nazionale sono oggi ridotte al minimo, è lecito aspettarsi che la questione del salario minimo non scompaia del tutto, nei prossimi anni, dalla discussione pubblica e politica.
Il Quaderno collettivo OCIS ne esplora le ragioni anche alla luce della recente direttiva Ue e degli importanti sviluppi in Spagna.
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Redistribuire non basta. Politiche pre-distributive per una società più giusta e meno diseguale https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/redistribuire-non-basta-politiche-pre-distributive-per-una-societa-piu-giusta-e-meno-diseguale/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/redistribuire-non-basta-politiche-pre-distributive-per-una-societa-piu-giusta-e-meno-diseguale/#respond Fri, 16 Sep 2022 12:01:40 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7930 SOCIAL COHESION PAPER n.4 – Settembre 2022 – di Maurizio Franzini, Sapienza Università di Roma

Scopo di questo Quaderno è riflettere sulle migliori politiche per contrastare la disuguaglianza nei redditi. La posizione prevalente è quella che punta sull’azione redistributiva dello stato, che tipicamente consiste nel prelevare imposte e nell’erogare trasferimenti. Ben poca attenzione si presta, invece, alle politiche che possono incidere sulla disuguaglianza che si genera nei mercati e che sempre più di frequente vengono chiamate pre-distributive.

I limiti di questa impostazione saranno illustrati nelle pagine che seguono e riguardano sia la difficoltà, viste le tendenze in atto, a neutralizzare – appunto, con la redistribuzione – le spinte verso la disuguaglianza che provengono dal mercato sia la mancata considerazione del carattere spesso ingiusto e inaccettabile che, al di là della loro grandezza, hanno le disuguaglianze che si generano nel mercato e che, come vedremo, non può essere cancellato dalle politiche redistributive, per quanto efficaci.

Se la disuguaglianza di mercato deve essere corretta occorre indicare le politiche – appunto, pre-distributive – in grado di assicurare questa correzione. Molte delle pagine che seguono sono dedicate a illustrare quali possano essere queste politiche, distinguendo quelle che agiscono sulle dotazioni degli individui, da quelle che influenzano in vario modo le “regole del gioco’’ a quelle che pur avendo carattere redistributivo nell’immediato possono produrre effetti pre-distributivi sul più lungo termine.

I problemi che pongono le politiche pre-distributive saranno ripetutamente richiamati; in particolare, si rimarcherà la necessità di agirle in modo complementare per avere effetti significativi i quali, peraltro, non potranno manifestarsi immediatamente e con precisione. Tutto ciò richiede un approccio che presenta caratteri anche di radicalità: ma il sistema economico che abbiamo di fronte richiede esattamente questo per potersi qualificare come efficiente, equo e in grado di assicurare ai più una vita dignitosa.

In breve, si cercherà di sostenere che la pre-distribuzione può essere la base per definire un nuovo modello di regolazione che non può più consistere nell’onorata ricetta composta dalla combinazione di politiche macroeconomiche e redistribuzione attraverso il welfare.

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Tendenze e determinanti della diseguaglianza dei redditi in Italia e nei principali paesi occidentali https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/tendenze-e-determinanti-della-diseguaglianza-dei-redditi-in-italia-e-nei-principali-paesi-occidentali/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/tendenze-e-determinanti-della-diseguaglianza-dei-redditi-in-italia-e-nei-principali-paesi-occidentali/#respond Fri, 17 Jun 2022 12:30:06 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7888 SOCIAL COHESION PAPER n.3 – Giugno 2022 – di Michele Raitano, Sapienza Università di Roma

Da una decina di anni la letteratura economica e le principali istituzioni internazionali stanno dedicando un’attenzione crescente al tema delle diseguaglianze di reddito fra individui e famiglie. L’evidenza empirica, migliorata grazie alla maggiore disponibilità di dati adeguati provenienti da diverse fonti, è concorde nel sottolineare come, a partire dagli anni ’80 del XX secolo, e anche dopo la crisi economica iniziata nel 2008, nei principali paesi avanzati, in primis negli Stati Uniti, la sperequazione dei redditi sia cresciuta in modo considerevole e i redditi siano sempre più concentrati nelle mani di una piccolissima quota di privilegiati (il cosiddetto top 1% o top 0,1%; Atkinson et al. 2011), a discapito di individui e famiglie che si posizionano nella classe media e in quelle meno abbienti che, nel migliore dei casi, hanno visto stagnare i loro redditi reali.

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Benessere economico, astensione, scelte di voto: una riflessione sulle elezioni politiche del 2018 in Italia https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/benessere-economico-astensione-scelte-di-voto-una-riflessione-sulle-elezioni-politiche-del-2018-in-italia/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/benessere-economico-astensione-scelte-di-voto-una-riflessione-sulle-elezioni-politiche-del-2018-in-italia/#respond Tue, 17 May 2022 13:57:01 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7795 SOCIAL COHESION PAPER n.2 – Maggio 2022 – di Jessica Di Cocco, European University Institute, e Bernardo Monechi, SONY Computer Science Laboratories Paris

A circa un anno dalle elezioni del 2023, in Italia si torna a parlare di candidati, campagna elettorale e astensionismo. Nonostante le nuove elezioni si terranno in un clima socio-economico diverso rispetto alla tornata precedente, guardare all’esperienza del 2018 ci consente di comprendere meglio perché molti elettori si sono astenuti o hanno sostenuto partiti radicali e populisti. Ci focalizzeremo, in particolare, sulle determinanti economiche del voto usando i dati dell’European Social Survey – Round 9.

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Terzo rapporto sulla coesione sociale nelle regioni italiane https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/terzo-rapporto-sulla-coesione-sociale-nelle-regioni-italiane/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/terzo-rapporto-sulla-coesione-sociale-nelle-regioni-italiane/#respond Tue, 21 Dec 2021 15:55:17 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7499 SOCIAL COHESION PAPER n.1 – Febbraio 2022 – di Giulia Venturini, Florida State University, e Paolo Graziano, Università di Padova e OCIS

Se già prima della pandemia la coesione sociale era un tema di grande rilevanza, nel corso degli ultimi due anni essa è diventata ancora più centrale per le democrazie contemporanee. Le sfide determinate dall’esplosione del contagio non possono perciò che essere misurate anche – se non soprattutto – in termini di capacità di mantenere (o rafforzare) la coesione sociale.

La nostra definizione di coesione sociale deriva dal primo rapporto dell’Osservatorio per la Coesione e l’Inclusione Sociale (OCIS) sulla coesione sociale (2016), e prende le mosse dalla letteratura (ad esempio Berger-Schmitt, 2000; Jenson, 2010). Definiamo coesione sociale come l’insieme di orientamenti e comportamenti individuali ed esiti istituzionali che limitano le disparità e gli svantaggi (di tipo culturale, economico, etnico, o sociale) all’interno di una popolazione di riferimento (rielaborazione da Venturini e Graziano, 2018). Tale definizione – anche frutto di una ricca discussione all’interno del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Internazionale per la Coesione e l’Inclusione sociale – riflette un’ampia concezione di coesione sociale, che include sia orientamenti e comportamenti ispirati alla fiducia (ad esempio, nei confronti delle istituzioni o il tasso di partecipazione elettorale), sia gli esiti istituzionali (ad esempio, le caratteristiche del mercato del lavoro o lo stato dell’ambiente). Riteniamo importante unire i vari elementi giacché la coesione sociale non deve essere considerata esclusivamente come attributo del comportamento individuale, né come mero esito dell’attuazione di politiche pubbliche, bensì frutto dell’interazione tra essi. In altri termini, come argomenteremo meglio nella sezione successiva, considerare solo gli aspetti connessi alla fiducia non è sufficiente a comprendere appieno il livello di coesione sociale presente in un dato territorio.

Il Quaderno presenta il terzo rapporto biennale sulla coesione sociale nelle regioni italiane: esso aggiorna e amplia il lavoro contenuto nei primi due rapporti (2016 e 2018), proponendo un’analisi basata sull’aggiornamento dell’indicatore composito utilizzato nel secondo rapporto (2018). Come vedremo meglio nelle sezioni successive, entrambi gli indicatori compositi 2018 e 2020 sono stati costruiti ex novo, basandoci sulla lista aggiornata dei singoli indicatori e delle misure ad essi sottostanti.

Il Quaderno si articola come segue: la seconda sezione discute brevemente lo stato dell’arte della letteratura sulla coesione sociale; la terza sezione presenta e analizza i risultati dei singoli indicatori utilizzati per il rilevamento della coesione sociale, illustrando l’andamento temporale di ognuno di essi; la quarta sezione presenta i risultati ottenuti nella costruzione di entrambi gli indicatori compositi; la quinta sezione confronta i due indicatori; segue una conclusione. In appendice, si presenta in sintesi la modalità di costruzione dei singoli indicatori e degli indicatori compositi.

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La povertà energetica e la sfida di una transizione energetica giusta https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/la-poverta-energetica-e-la-sfida-di-una-transizione-energetica-giusta/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/la-poverta-energetica-e-la-sfida-di-una-transizione-energetica-giusta/#respond Mon, 20 Dec 2021 10:49:38 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7529 SOCIAL COHESION PAPER n.3 – Dicembre 2021 – di Ivan Faiella, Banca d’Italia e OIPE*, Luciano Lavecchia, Banca d’Italia e OIPE*,  Raffaele Miniaci, Università di Brescia e OIPE*,  e Paola Valbonesi, Università di Padova e OIPE*

*Osservatorio italiano sulla povertà energetica

Con la temperatura globale già superiore di oltre 1°C rispetto alla media preindustriale e la previsione di aumento oltre la soglia di 1,5°C indicata dall’Accordo di Parigi, il clima diventerà più caldo e umido (IPCC, 2021). Conseguentemente, aumenteranno le malattie e i decessi, in particolare nelle famiglie più vulnerabili, meno attrezzate sia in termini di risorse monetarie che di capability per affrontare gli impatti del cambiamento climatico. Inoltre, anche se i recenti impegni dovessero escludere lo scenario emissivo peggiore, la transizione verso un sistema energetico a zero emissioni nette di gas serra sarà costosa, con significative conseguenze distributive che graveranno sulle famiglie vulnerabili e sulle piccole imprese.

Le politiche più efficaci per mitigare il cambiamento climatico, come il carbon pricing, sono generalmente regressive, ovvero comportano costi inferiori per le fasce di popolazione con maggiori risorse economiche. Peraltro, un ricorso ambizioso a questo tipo di politiche può incontrare importanti ostacoli di natura sociale. Il movimento dei gilet jaunes in Francia è esemplificativo di questi ostacoli: anche se, in linea di principio, la maggioranza della popolazione è favorevole a limitare le emissioni, quando vengono adottate le politiche necessarie è possibile che si crei una forte opposizione.

La protesta dei gilet jaunes evidenzia che le politiche di sostegno alla transizione energetica dovrebbero considerare attentamente i relativi impatti distributivi e – di conseguenza – prevedere compensazioni e sostegno per i soggetti vulnerabili. A tal fine, la misurazione della povertà energetica e l’identificazione delle sue cause risultano fondamentali: infatti, entrambe permettono di comprendere il problema e quindi di progettare azioni efficaci a mitigare gli effetti indesiderati delle politiche di transizione.

Nel Quaderno, concentrandoci in particolare sulla situazione dei paesi ad alto reddito, presentiamo innanzitutto i principali elementi che descrivono il processo di ‘transizione giusta’, ossia una transizione che corregga le sue potenziali distorsioni distributive. Illustriamo poi le principali cause della povertà energetica; presentiamo quindi i principali approcci per misurare la povertà energetica e la stima relativa al 2020 dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica – OIPE per l’Italia.

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Le donne in Italia durante la pandemia: politiche sociali e prospettive future https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/le-donne-in-italia-durante-la-pandemia-politiche-sociali-e-prospettive-future/ https://osservatoriocoesionesociale.eu/osservatorio/le-donne-in-italia-durante-la-pandemia-politiche-sociali-e-prospettive-future/#respond Mon, 04 Oct 2021 15:36:07 +0000 https://osservatoriocoesionesociale.eu/?p=7354 SOCIAL COHESION PAPER n.2 – Ottobre 2021 – di Ugo Ascoli, Università Politecnica delle Marche,

e Rossella Ciccia, Università di Oxford

Le donne hanno indubbiamente giocato un ruolo cruciale durante la crisi del covid-19: spesso in prima linea nelle professioni sanitarie, nei servizi essenziali e nel commercio. Ciò all’interno di un contesto in cui, già prima dell’emergenza pandemica, le donne si trovavano a dover fronteggiare marcate disuguaglianze di genere in molte sfere della vita pubblica e privata. Nel 2019, alla vigilia dello scoppio della pandemia, l’Italia si collocava agli ultimi posti in Europa per tassi di occupazione femminile e ai primi per i carichi di lavoro domestico e familiare svolti dalle donne, anche a causa dell’arretratezza dei servizi per la cura dei figli e degli anziani e della persistenza in larghe aree del Paese di stereotipi e retaggi culturali di tipo sessista e ‘maschilista’.

Dato questo contesto di partenza, ci siamo chiesti quale fosse stato l’impatto della pandemia sulle disuguaglianze di genere nel Paese, quali risposte abbia offerto la politica, quali misure siano state adottate e quale sia la loro adeguatezza rispetto ai nuovi scenari, economici, sociali e culturali, tutt’ora in via di trasformazione.

I contributi che compongono questo quaderno mostrano come la crisi generata dal covid-19 abbia da un lato, colpito le donne più duramente, rafforzando tendenze di lungo periodo e producendo esiti negativi su varie dimensioni della disuguaglianza di genere, e dall’altro, messo a nudo le numerose criticità e lacune delle politiche economiche e sociali preesistenti la crisi pandemica. Il nostro sistema di welfare incentrato sui trasferimenti monetari, piuttosto che sui servizi, è da sempre basato su una fortissima delega al ‘welfare familiare’, non adeguatamente sostenuto dallo Stato: ciò ricade, come noto, essenzialmente sulle spalle delle donne (mogli, madri, sorelle, figlie e badanti). Tale sistema ha mostrato tutta la sua inadeguatezza di fronte ai rischi sociali provocati dalla diffusione della crisi pandemica.

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