Approfondimenti per gli addetti ai lavori, ma anche – e soprattutto – appuntamenti per il grande pubblico: nelle serate di giovedì 24 e venerdì 25 maggio i Social Cohesion Days parlano della coesione sociale per immagini, musica e narrazioni: dallo spettacolo teatrale “Hamlet Solo” con Barbara Voghera, attrice con sindrome di Down, all’aperitivo con la giornalisti Simran Sethi per confrontarsi su cibo e sostenibilit, fino alla lezione con Riccardo Staglianò di Repubblica sulle nuove “economie senza lavoro”. Gli eventi sono gratuiti e aperti a tutti Un programma artistico eclettico arricchisce il cuore dei dibattiti del Festival Internazionale della Coesione Sociale. Nelle serate del 24 e 25 maggio Reggio Emilia declina il tema della coesione sociale attraverso le varie forme dell’espressione artistica e culturale, individuale e collettiva. 

 

Si comincia giovedì 24 maggio alle 21 (Teatro Cavallerizza) con lo spettacolo teatrale “Hamlet Solo”: è Barbara Voghera, attrice sensibile con sindrome di Down e storica interprete delle creazioni di Lenz Fondazione, la protagonista dello spettacolo diretto dalla regista Maria Federica Maestri. Amleto è l’emblema della solitudine e l’Amleto Solo è concentrato su Barbara Voghera come simbolo di un rinnovato isolamento dal mondo attuale. Isolamento dalla quotidianità, ma soprattutto isolamento dalle emozioni negate e dagli affetti impediti che rivivono sul palcoscenico amplificate e libere di esprimersi fuori da una realtà deprivante per chi possiede ipersensibilità che non rientrano in codici omologati. Il teatro aiuta a mettere in scena sè stessi e le proprie mancanze e a raccontarle a chi non sa ascoltare.

La seconda giornata di festival si chiude con una riflessione sulla perdita di valore del lavoro, con la lezione “Economie senza lavoro” tenuta sempre dal giornalista Riccardo Staglianò, che racconta il progressivo svuotamento del lavoro. A partire dagli anni Ottanta il suo valore ha cominciato a degradare rispetto al capitale e da allora la caduta non si è mai arrestata: dall’automazione che affida alle macchine ciò che prima facevano gli uomini, fino alla sharing economy che, sotto la maschera della flessibilità, sta istituzionalizzando i “lavoretti”, distruggendo nel frattempo la società cosí come la conosciamo. Perché Uber, Airbnb e gli altri pagano tasse risibili nei Paesi dove producono ricchezza, impoverendoli ulteriormente e costringendoli – se non prendiamo radicali contromisure – a un futuro senza welfare. Che aumenterà il bisogno di lavoretti per arrotondare, in una spirale senza fine (venerdì 25, ore 21, Teatro Cavallerizza).

 

Gli eventi sono tutti gratuiti previa prenotazione

 

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