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Commento n.2 – Aprile 2024. Di Deniz Nihan Aktan, Scuola Normale Superiore

Elezioni locali del 2024 in Turchia: Cosa accadrà dopo la vittoria dell’opposizione? Quale inclusività di varie minoranze della società civile? Mentre il risultato è stato un’ovvia sconfitta per l’AKP, i suoi impatti sui partiti di opposizione e sulla società civile non sono ancora così evidenti.

I risultati elettorali sono senza dubbio serviti come rimedio rapido e necessario contro il sentimento diffuso di disperazione e apatia nella maggioranza della popolazione in Turchia, visto che il regime autoritario si era assicurato il potere con la vittoria delle elezioni generali di meno di un anno fa. Sebbene gli oppositori del governo abbiano apprezzato i risultati incoraggianti, la gioia si è mescolata ad un certo livello di cautela poiché questa vittoria ha inevitabilmente ricordato a molti le elezioni generali del 7 giugno 2015.

In quelle elezioni generali, l’AKP è stato il partito più votato ma ha perso la maggioranza in parlamento, mentre il Partito pro-curdo HDP ha ottenuto il 13% dei voti e ha superato la soglia del 10% per entrare in parlamento. Poiché non è stato possibile formare una coalizione, il 1° novembre si sono svolte le seconde elezioni generali, che hanno visto la netta vittoria dell’AKP con il 49% dei voti. Nel periodo tra queste due elezioni, i negoziati di pace tra il governo turco e il movimento curdo si sono fermati. Questo arresto si è riflesso nel cambiamento del discorso del governo contro l’HDP e nella crescente violenza contro la popolazione curda del paese. Nello stesso periodo sono stati attaccati anche i comizi elettorali e gli edifici del partito dell’HDP[1]. Con gli incidenti del periodo successivo, come i bombardamenti, il tentativo di colpo di Stato e lo stato di emergenza durato 728 giorni, l’approccio securitario e militarizzante dello Stato si è fatto sentire nella vita quotidiana di gran parte della società.

Analogamente a quanto accaduto in quel periodo, sia durante che dopo le elezioni del 31 marzo 2024, il governo ha cercato di ignorare la volontà dell’opposizione. Oltre ad altre significative vittorie in 10 comuni cittadini e in 65 comuni distrettuali, il Partito pro-curdo DEM ha ottenuto più del 55% dei voti di Van. Tuttavia, due giorni dopo le elezioni, uno dei co-sindaci, Abdullah Zeydan, è stato privato del diritto di essere eletto dalla commissione elettorale provinciale di Van. Inoltre, l’autorità di sindaco è stata assegnata al candidato dell’AKP che è arrivato secondo con solo il 27,14% dei voti. Mentre il popolo di Van e i membri del partito DEM si sono mobilitati rapidamente contro questa decisione, si è iniziato a dubitare la capacità degli altri partiti, in particolare il principale partito di opposizione CHP, di dimostrare il loro discorso inclusivo, che ha contribuito alla loro vittoria, oltre la retorica.

Queste pratiche illegali non si sono limitate a Van. In città come Bitlis e Şırnak, dove il partito DEM aveva un’alta probabilità di vincere, ci sono stati casi in cui il risultato è stato cambiato a favore dell’AKP a causa dello spostamento di persone da province diverse o di voti ritenuti non validi. Sempre in questi giorni, nei comuni che stanno per passare al CHP dall’AKP, vengono tracciati acquisti e trasferimenti di denaro molto rapidi e di grande entità prima del passaggio di consegne, il che viene interpretato come rivelatore della portata della corruzione da parte delle precedenti amministrazioni.

Molti partiti politici e una parte significativa della società hanno reagito rapidamente contro la pratica illegale di Van. Cosi facendo, non hanno contribuito all’ulteriore criminalizzazione del popolo curdo, che è una pratica strategica a cui il governo è abituato a ricorrere per mobilitare sentimenti nazionalisti. Il 3 aprile il Consiglio elettorale supremo (YSK) ha consegnato ancora una volta il certificato di elezione ai candidati del partito DEM. Questa vittoria e la sua percezione all’interno dell’opposizione più ampia potrebbero fornire i primi segnali di una trasformazione post-elettorale verso un ambiente più democratico. Ciò potrebbe essere interpretato come un indebolimento dell’impatto di due delle strategie più fidate del governo: attuazione della retorica del “terrore” e criminalizzazione delle proteste di piazza.

La democratizzazione è un processo; tuttavia, la sconfitta del partito al potere dopo due decenni e le conquiste politiche successive hanno ripristinato la fiducia e la speranza nel cambiamento sociale e politico in gran parte dell’opposizione. Al contempo, è troppo presto per dichiarare l’indebolimento dell’impatto della retorica odiosa del governo contro i gruppi emarginati e le minoranze, visto che il partito islamico YRP, che ha anche dichiarato che chiuderà le associazioni LGBTI+, è diventato il terzo partito con il maggior numero di voti.

Durante questi giorni post-elettorali, abbiamo anche assistito alla detenzione di donne e persone LGBTI+, che sono tra i pochi gruppi che non sono indietreggiate nonostante il clima politico oppressivo dell’ultimo decennio del Paese. Il 2 aprile, le donne trans e lɜ loro alleatɜ volevano organizzare un iftar[2] in via Bayram, nel quartiere Beyoğlu a Istanbul, dove le donne trans vivevano e lavoravano fino a quando il comune distrettuale ha sigillato le loro case un mese fa[3] Otto persone sono state arrestate e rilasciate nelle ore successive. Il 4 aprile, nel corso della protesta femminista in solidarietà con Van, 54 persone sono state arrestate e tutte rilasciate a tarda notte.

Il fatto che tali violazioni non costituiscano un’eccezione nel contesto politico odierno rivela che i risultati elettorali siano solo una fermata nel percorso verso la democratizzazione. Tuttavia, questi risultati possono fornire alla società sopraffatta la motivazione e la fiducia necessarie per continuare a lottare contro la mentalità che normalizza i fiduciari nominati che si appropriano della volontà del popolo, la corruzione negli organi governativi e la securizzazione della vita quotidiana. La solidarietà e la cooperazione per un cambiamento sociale dovrebbero tenere conto delle asimmetrie di potere. Le urne elettorali non offrono soluzioni facili per alcuni gruppi emarginati che devono ancora lottare per i loro diritti fondamentali come il diritto alla vita, all’alloggio, al lavoro, il diritto di voto e di eleggibilità. Le molteplici storie di resistenza del paese possono offrire importanti lezioni e fonti di ispirazione.

 

[1] O’Connor, F., & Baser, B. (2018). Communal violence and ethnic polarization before and after the 2015 elections in Turkey: attacks against the HDP and the Kurdish population. Southeast European and Black Sea Studies, 18(1), 53–72.

[2] Il pasto serale con cui si interrompe il digiuno quotidiano durante il mese di Ramadan.

[3] https://kaosgl.org/en/single-news/violation-of-rights-against-lgbti-s-in-march-trans-women-s-houses-were-sealed-bayram-street-12-platform-made-a-call-for-solidarity

 

Deniz Nihan Aktan è una dottoranda presso la Classe di Scienze Politiche e Sociali della Scuola Normale Superiore e membro del Center on Social Movements Studies (COSMOS). Da diversi anni, sia in ambienti accademici che attivisti, lavora e scrive sulle politiche della sessualità nei campi di calcio e sulla mobilitazione deɜ atletɜ-attivistɜ queer-femministɜ per il loro diritto allo sport.

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