SOCIAL COHESION PAPER n.1 – Giugno 2016 – Di Giulia Venturini, Università Bocconi e OCIS e Paolo Graziano, Università degli Studi di Padova e OCIS
La coesione sociale è un tema da tempo presente in varie discipline, tra cui la scienza politica, la sociologia, e l’economia. Tuttavia, per anni non è stata oggetto di ricerca e di studio particolarmente approfondito e rigoroso. In linea generale, per coesione sociale si intende l’insieme di comportamenti e relazioni di fiducia che mirano a diminuire le disparità e gli svantaggi all’interno di una popolazione, di tipo culturale, economico, etnico o sociale. Molti concetti, tra i quali il capitale sociale e le reti sociali, possono essere ricondotti al concetto di coesione sociale, come suoi elementi caratterizzanti e, al contrario del concetto di coesione sociale stesso, sono stati oggetto di numerosi studi (come ad esempio Putnam, 1994). Solo negli ultimi anni si sono contraddistinti alcuni contributi maggiormente incentrati sullo studio e sull’analisi della coesione sociale in sé, e non come prodotto di studio di alcune sue parti. Il presente quaderno di ricerca si collega a questo filone della letteratura e si prefigge l’obiettivo di misurare attraverso un indicatore composito il livello di coesione sociale nelle regioni italiane.
Come per altri ambiti dell’analisi politologica e sociologica, uno dei punti da cui partire per lo studio di un fenomeno (relativamente) nuovo è identificare una definizione condivisa. Nella sezione dedicata all’analisi della letteratura passeremo in rassegna i contributi più significativi a partire dai quali si è sviluppata la definizione e l’operazionalizzazione che proponiamo in questa ricerca. In particolare, obiettivo di questo lavoro è formulare, sulla base della letteratura esistente, una prima proposta di indicatore composito di coesione sociale, per poter poi procedere a una comparazione tra le regioni italiane e, in prospettiva, tra regioni o paesi europei.
La scelta di ‘mappare’ la coesione sociale origina dalle riflessioni scaturite nella prima edizione dei Social Cohesion Days (2015) e dalla necessità di avere uno strumento sintetico che possa tenere traccia dell’evoluzione della coesione sociale nel nostro paese. Come si vedrà, complessivamente i risultati non sono poi così sorprendenti rispetto alla più classica letteratura sulle diversità economiche e sociali che da numerosi decenni caratterizzano l’Italia. Tuttavia, la scelta di utilizzare un indice composito che possa essere osservato su base continuativa consente di comprendere meglio le specificità territoriali e, in prospettiva, sviluppare raccomandazioni di politica pubblica mirate alle varie istituzioni di governo – nazionale e regionali.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!