SOCIAL COHESION PAPER n.1 – Febbraio 2022 – di Giulia Venturini, Florida State University, e Paolo Graziano, Università di Padova e OCIS

Se già prima della pandemia la coesione sociale era un tema di grande rilevanza, nel corso degli ultimi due anni essa è diventata ancora più centrale per le democrazie contemporanee. Le sfide determinate dall’esplosione del contagio non possono perciò che essere misurate anche – se non soprattutto – in termini di capacità di mantenere (o rafforzare) la coesione sociale.

La nostra definizione di coesione sociale deriva dal primo rapporto dell’Osservatorio per la Coesione e l’Inclusione Sociale (OCIS) sulla coesione sociale (2016), e prende le mosse dalla letteratura (ad esempio Berger-Schmitt, 2000; Jenson, 2010). Definiamo coesione sociale come l’insieme di orientamenti e comportamenti individuali ed esiti istituzionali che limitano le disparità e gli svantaggi (di tipo culturale, economico, etnico, o sociale) all’interno di una popolazione di riferimento (rielaborazione da Venturini e Graziano, 2018). Tale definizione – anche frutto di una ricca discussione all’interno del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Internazionale per la Coesione e l’Inclusione sociale – riflette un’ampia concezione di coesione sociale, che include sia orientamenti e comportamenti ispirati alla fiducia (ad esempio, nei confronti delle istituzioni o il tasso di partecipazione elettorale), sia gli esiti istituzionali (ad esempio, le caratteristiche del mercato del lavoro o lo stato dell’ambiente). Riteniamo importante unire i vari elementi giacché la coesione sociale non deve essere considerata esclusivamente come attributo del comportamento individuale, né come mero esito dell’attuazione di politiche pubbliche, bensì frutto dell’interazione tra essi. In altri termini, come argomenteremo meglio nella sezione successiva, considerare solo gli aspetti connessi alla fiducia non è sufficiente a comprendere appieno il livello di coesione sociale presente in un dato territorio.

Il Quaderno presenta il terzo rapporto biennale sulla coesione sociale nelle regioni italiane: esso aggiorna e amplia il lavoro contenuto nei primi due rapporti (2016 e 2018), proponendo un’analisi basata sull’aggiornamento dell’indicatore composito utilizzato nel secondo rapporto (2018). Come vedremo meglio nelle sezioni successive, entrambi gli indicatori compositi 2018 e 2020 sono stati costruiti ex novo, basandoci sulla lista aggiornata dei singoli indicatori e delle misure ad essi sottostanti.

Il Quaderno si articola come segue: la seconda sezione discute brevemente lo stato dell’arte della letteratura sulla coesione sociale; la terza sezione presenta e analizza i risultati dei singoli indicatori utilizzati per il rilevamento della coesione sociale, illustrando l’andamento temporale di ognuno di essi; la quarta sezione presenta i risultati ottenuti nella costruzione di entrambi gli indicatori compositi; la quinta sezione confronta i due indicatori; segue una conclusione. In appendice, si presenta in sintesi la modalità di costruzione dei singoli indicatori e degli indicatori compositi.

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