Una ciclabile di lunga distanza, ovvero di almeno 150 chilometri, può diventare un collante tra i territori attraversati e chi li attraversa. Una ciclabile di questo tipo sostiene un’idea di coesione sociale, intesa come l’insieme di quei legami capaci di tenere unita una comunità attorno a una visione comune. Questa è una delle sfide che il progetto VENTO sta affrontando con i suoi 679 km di ciclovia turistica da Venezia a Torino. Nato nel 2010 da un’idea del Politecnico di Milano, VENTO è un’infrastruttura ciclopedonale che corre prevalentemente lungo gli argini del Fiume Po, attraversando oltre 120 Comuni dell’area interna della valle padana. Questo filo di asfalto consentirà a migliaia di cicloturisti di scoprire, vivere, addentrarsi e perdersi nelle tantissime facce del paesaggio del Po. Così accade già in altri paesi europei, e non solo, dove le dorsali cicloturistiche (ciclovie di lunga distanza, continue e non in promiscuo con il traffico veicolare), sono sempre più affollate. Lungo la ciclovia da Vienna a Passau, 320 km lungo il fiume Danubio, si contano fino a 5000 passaggi al giorno*!
* Il valore delle 2 ruote. Lo scenario dell’industria, del mercato e della mobilità, 2014. Rapporto presentato da Confindustria ANCMA, EICMA, The European House-Ambrosetti in occasione del 2 Wheels Worldwide Forum 2014.
È con un flusso del genere che sarà possibile rigenerare il territorio del Po. Rigenerare, ovvero recuperare quanto esiste, rianimandolo socialmente e culturalmente. Una rigenerazione messa in atto da coloro che vivono questi luoghi e da coloro che li scopriranno pedalando: fermandosi nelle osterie, visitando abbazie e centri storici. L’infrastruttura ciclabile di lunga distanza è capace di irrorare il territorio di un flusso di turisti a pedali. Avviene così una sorta di simbiosi: cicloturisti, abitanti, territorio si incontrano e si fondono, in uno scambio di culture, economie, lavoro, storie, impresa, tradizioni e cibo. È per questo che VENTO potrà essere occasione per generare coesione sociale. VENTO propone un codice di valori che chi prende parte al progetto, gestendo un B&B lungo il tracciato o decidendo di inforcare la bici e percorrerlo, implicitamente accoglie: si diventa attori di quel mutuo scambio tra se stessi e ciò che il territorio offre. Ma non solo. VENTO rinnova i legami, molto spesso logorati, tra noi e il nostro territorio, che in fondo ci racconta anche chi siamo: si diventa “cittadini del Po”.
Una tale coesione è capace di produrre azioni. VENTO, infatti, ha saputo attivare migliaia di cittadini, centinaia di associazioni e soggetti pubblici (Comuni, Province e Regioni), che nel corso di questi anni hanno aderito al progetto, condividendone la filosofia e gli intenti. Da azione è nata azione. Così lo scorso giugno 200 “curiosi” di ogni età, abilità sportiva, cultura e paese hanno deciso di pedalare lungo il tracciato in occasione di VENTO Bici Tour 2017, ‘degustando’ ciò che sarà VENTO. Tutti accomunati dallo stesso sguardo, tutti raccolti attorno al desiderio di pedalare e scoprire. Ecco la rivoluzione leggera a colpi di pedale e paesaggio (sottotitolo del libro VENTO che ne spiega la sua filosofia). Una rivoluzione che ha reso VENTO un progetto di sviluppo prioritario per il Paese, inserito anche in Legge di Stabilità 2016 e 2017 ed incluso nel Sistema nazionale delle ciclovie turistiche.
Il cicloturismo di VENTO propone un modello inclusivo, ovvero accessibile a tutti (non solo ai pochi esperti e appassionati di bicicletta), ma anche abilitante, ovvero capace di immaginare uno sviluppo per quei territori interni del Paese.
Gruppo di ricerca VENTO – DAStU – Politecnico di Milano
VENTO è un progetto senza committente, nato nel 2010 in un Dipartimento universitario (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano) grazie a un gruppo multidisciplinare di ricercatori che si occupano di territorio e di urbanistica, pianificazione ambientale, tutela dei suoli e del paesaggio, mobilità sostenibile e spazio pubblico. Un progetto “offerto al territorio” nel rispetto di quello spirito di servizio civile che le istituzioni possono ancora avere in questo Paese.
Paolo Pileri, responsabile scientifico del progetto, è professore ordinario di progettazione e pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano. Alessandro Giacomel, architetto, e Diana Giudici, urbanista, fanno parte del gruppo di ricerca VENTO fin dal suo esordio e dal 2016 ne fanno parte anche Camilla Munno, urbanista, Rossella Moscarelli, architetto e dal 2017 Federica Bianchi, dottoressa in Architettura. In questi oltre cinque anni di attività hanno collaborato al progetto VENTO oltre 15 persone, giovani laureati in ingegneria ambientale oltre che architettura e urbanistica, che hanno saputo dare il loro prezioso contributo al progetto.
Per conoscere di più sul progetto VENTO visita il sito www.progetto.vento.polimi.it e i canali social @VENTOpolimi o guarda il video VENTO – il racconto di un progetto di territorio.
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